Nomadi digitali, test compatibilità con il regime impatriati
Il decreto ministeriale 29 febbraio 2024 ha stabilito le modalità di ingresso in Italia e di rilascio del permesso di soggiorno per i ‘nomadi digitali’ e i ‘lavoratori da remoto’. Le disposizioni si applicano ai cittadini extracomunitari che svolgono un’attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto.
Può trattarsi di lavoratori autonomi (nomadi digitali) ovvero di dipendenti di un’impresa anche non residente in Italia (lavoratori da remoto). Per i soggetti extracomunitari è importante valutare se, lavorando in Italia, sia possibile beneficiare del regime fiscale impatriati, nella nuova versione in vigore dal 1°gennaio 2024. La nuova disciplina fiscale prevede la detassazione, nella misura del 50%, dei redditi di lavoro dipendente, assimilati a quelli di lavoro dipendente e di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arti e professioni, nella misura massima di 600 mila euro annui.
Fonte: Il Sole 24 Ore