Chiarimento dell’Agenzia delle Entrate sulla tassazione dei dividendi di provenienza estera

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  • by strategoadmin
  • Mag 13, 2020
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L’Agenzia delle Entrate ha ribadito in una risposta ad un interpello di aprile 2020 che i dividendi di provenienza estera incassati senza l’intervento di un intermediario residente (banca o fiduciaria italiana) debbono essere assoggettati a tassazione al lordo delle imposte assolte nello Stato estero, mentre gli stessi dividendi percepiti attraverso un intermediario residente vengono assoggettati a tassazione al netto delle imposte estere.

La questione è da sempre stata dibattuta per l’iniquità della norma che privilegia la detenzione delle azioni di società estere attraverso intermediari residenti.

Anche la prassi seguita dall’Agenzia delle Entrate è contraddittoria.

Infatti si presentano come favorevoli all’ipotesi del netto frontiera:

  • Circolare ministeriale 26/E/2004 par. 4.3
  • Comportamento tenuto dall’Agenzia delle Entrate in sede di Voluntary Disclosure
  • Comportamento tenuto dall’Agenzia delle Entrate in sede di controllo delle dichiarazioni

Mentre danno interpretazione contraria al netto frontiera:

  • Risoluzione Ministeriale 80/E/2007
  • Istruzioni Ministeriali alla compilazione della dichiarazione dei redditi
  • Risposta ad interpello 111 del 21/04/2020

Inoltre come ulteriore elemento che contribuisce a non fare chiarezza si evidenzia che le prime istruzioni rilasciate nel 2020 per la dichiarazione dei redditi persone fisiche prevedevano al rigo RM12 la nuova colonna 5 dove avrebbe dovuto essere inserita “L’imposta pagata all’estero”, che avrebbe consentito di scomputare le imposte pagate all’estero sui dividendi esteri. Se fosse stata confermata, la tassazione dei dividendi esteri senza l’intervento di intermediari residenti sarebbe stata addiritura più favorevole di quella domestica “netto frontiera”.

Lo scorso 27 aprile le istruzioni sono state modificate e la colonna 5 è diventata “credito IVCA” ovvero credito per l’imposta sul valore dei contratti assicurativi.

Per fare un caso concreto tassando i dividendi al lordo frontiera, considerando una tassazione convenzionale estera del 15%, si passerebbe da una tassazione attraverso l’intervento di un intermediario residente del 37,1% ad una tassazione senza l’intervento di un intermediario residente del 41%.

Le soluzioni e strategie possibili sembrano essere le seguenti:

  • Continuare ad assoggettare a tassazione i  dividendi sul netto frontiera, rischiando di essere soggetti ad accertamento;
  • Assoggettare a tassazione i dividendi  al lordo frontiera e richiedere la restituzione della differenza d’imposta mediante istanza di rimborso;
  • Valutare l’intestazione fiduciaria italiana delle azioni estere;
  • Fare intervenire la banca italiana nell’incasso dei dividendi esteri.

I professionisti SM&A sono a disposizione per chiarimenti e approfondimenti.