Super tutoraggio per prevenire i rischi fiscali delle aziende

Il Dlgs 221/2023 rinnova e potenzia il regime di adempimento collaborativo. Si estende la platea ai soggetti con fatturato superiore a 750 milioni e si prevede la possibilità, anche per le Pmi senza i requisiti dimensionali di accesso, di certificare il proprio sistema di controllo del rischio. L’obiettivo è quello di tendere alla prevedibilità dell’imposizione e a una maggiore certezza del diritto. Per centrarlo, però, serve più coraggio. L’esperienza di questi anni ha portato molte aziende ammesse al regime a sollevare le medesime criticità e a individuare i correttivi necessari. In parte il legislatore delegato ha risposto a queste esigenze. Salvo casi di frode, non risultano condanne a carico di soggetti che abbiano aderito al regime dal 2015 ad oggi. Per le fattispecie penali tributarie occorre di dolo specifico che certamente non si ravvisa in capo a chi si sottopone spontaneamente al tutoraggio. Lascia sul regime l’ombra di un procedimento penale il fatto che nel decreto 221 sia prevista una causa di esclusione della punibilità per i rischi comunicati alle Entrate.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore