Web tax, l’Italia e l’Europa vogliono tassare i servizi digitali

Con l’approvazione da parte dell’Agenzia delle Entrate del nuovo mo­dello Digital Service Tax prende forma l’Imposta sui servizi digitali, i soggetti interessati dovranno pagare la tassa entro il 16 maggio. La circolare n. 3/2021, emanata dall’Agenzia delle Entrate, fornisce chiarimenti interpretativi riguardo al funzionamento dell’imposta, ma non sono pochi i dubbi espressi dagli studi legali.

Italia Oggi ha approfondito l’argomento, intervistando alcuni professionisti tra questi  anche il nostro partner Alfonso Buonpensiere.

Questo importo, ovviamente stimato, è condizionato dalla base imponibile e quindi principalmente dall’andamento effettivo dei guadagni delle imprese facenti parte della cosiddetta economia digitale. Il dato dei profitti di queste imprese, in costante crescita, si scontra però con la ben nota resistenza a un corretto pagamento delle imposte. In questo contesto gli operatori, approfittando dell’incertezza che circonda fenomeni nuovi e non ancora adeguatamente regolati, utilizzano strutture fiscali spesso aggressive per ridurre al minimo il carico fiscale o annullarlo. Si tratta di pratiche poste in essere soprattutto da aziende multinazionali, che orientano in tal modo i propri profitti dove conviene di più

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